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Cronaca dell'IX Convegno della fondazione Debenedetti "Brain Drain e Brain Gain"

Data pubblicazione: 25.05.2009
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"Brain Drain e Brain Gain". Questo il titolo dell'undicesimo convegno della Fondazione Rodolfo Debenedetti che si è tenuto sabato 23 maggio nei locali dell'Aula Magna della Scuola Superiore Sant'Anna.
Oltre a Maria Chiara Carrozza, Direttore della Scuola Superiore Sant'Anna, hanno presenziato all'apertura dei lavori Rodolfo De Benedetti, Presidente della Fondazione Rodolfo Debenedetti e, con un messaggio, Maria Stella Gelmini, Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.
De Benedetti ha ricordato la scarsa consapevolezza in Italia del vantaggio che deriva dalla circolazione di talenti stranieri, in ambo i sensi di attrazione dei cervelli nel nostro Paese, e di esportazione negli altri Paesi . Le due questioni di fuga sono state ribadite anche da Maria Stella Gelmini, che individua nel rinnovo del permesso di soggiorno la principale difficoltà di attrarre talenti. Pochi di loro, continua, restano in Italia dopo gli studi, spinti da un clima di incertezza che il Ministero si propone di affrontare anche con il neonato "Programma Rita Levi Montalcini" - un finanziamento di 6 milioni di euro per il rientro di 30 ricercatori - e l'impegno per una nuova legge quadro.
A Tito Boeri, Direttore scientifico RDB e Università Bocconi, il compito di presentare i risultati del sondaggio sui dottorandi stranieri in Italia, e di moderare gli interventi del convegno. Tra i temi maggiormente discussi: cosa accadrà ai flussi migratori e alla loro composizione per livello di istruzione durante la recessione? Quali sono le politiche che favoriscono l'immigrazione altamente qualificata? È opportuno che l'Italia adotti, come altri Paesi, una politica selettiva che aiuti ad attrarre "cervelli"? Cosa bisogna modificare nelle politiche di reclutamento delle università per limitare la "fuga di cervelli" e far arrivare nuovi talenti dall'estero?
Lo studio di Simone Bertoli (European University Institute) si è soffermato sulle cause e le conseguenze della migrazione di talenti, dal punto di vista dei Paesi che accolgono ricercatori stranieri. L'analisi è finalizzata a una migliore conoscenza delle politiche che favorirebbero l'immigrazione altamente specializzata. Circa 20 milioni di ricercatori risiedevano nei Paesi della OECD (Organization for Economic Cooperation and Development) all'inizio di questo decennio, e corrispondevano all'11% della popolazione altamente qualificata in quei Paesi. Oggi solo pochi Paesi anglofoni della OECD (Canada, Usa e Australia) assorbono i giovani migranti, mentre gli altri non esportano studenti qualificati. Le forze di economia politica possono spiegare solo in parte perché sono un numero così esiguo dei Paesi della OECD applicano sistematicamente politiche selettive che aiutano ad attrarre "cervelli". Peraltro si registra un aumento significativo di politiche in termini di welfare orientate a una maggiore mobilitˆ di talenti nel prossimo futuro.
L'analisi della migrazione di talenti in rapporto alle dinamiche della globalizzazione ha impegnato i partecipanti nel pomeriggio. Scopo del lavoro presentato da Fédréric Docquier, Université Catholique de Louvain, Belgium e Hillel Rapoport, Bar-Ilan University, Israel, riconsiderare la recente letteratura empirica e quantificare l'impatto globale della "fuga dei cervelli" sui Paesi di provenienza. In particolare, hanno considerato i canali istituzionali di capitale umano, di selezione e produttività attraverso i quali la migrazione impatta sulle performance economiche presenti e future dei Paesi in via di sviluppo.
All'ultima parte del convegno è stata dedicata una tavola rotonda su come "attrarre i cervelli" cui hanno preso parte i direttori di alcune delle più importanti Scuole di Dottorato italiane. La discussione è stata moderata da Pietro Garibaldi, Direttore del Collegio Carlo Alberto e Fondazione Rodolfo Debenedetti. n.g.